Un intervallo prolungato tra la mammografia di screening, la conferma diagnostica e l’inizio delle terapie rischia di peggiorare la prognosi. Le associazioni di pazienti e società scientifiche stanno lanciando un appello congiunto alle Istituzioni e alle donne affinché non si perda ulteriore tempo prezioso con un intervallo prolungato tra la mammografia di screening, la conferma diagnostica e l’inizio delle terapie, dopo il lockdown determinato dall’emergenza pandemica.
Il Covid-19 ha catalizzato l’attenzione negli ultimi mesi, ma non bisogna dimenticare che esistono altre patologie non meno perniciose per la vita.
L’anticipazione diagnostica del tumore al seno è la prima strategia per ottenere le maggiori probabilità di guarigione. Si può salvaguardare la sopravvivenza delle oltre cinquantamila donne che ogni anno si ammalano in Italia attraverso le attività di diagnostica clinica senologica e lo screening mammografico che ancora stentano a riprendere in questa fase 2. Anche le stesse donne stentano a riacquistare la loro propensione alle azioni programmate per la tutela del loro benessere.
I ritardi nella ripresa delle attività di screening istituzionali per la diagnosi precoce del tumore al seno hanno raggiunto un livello di allarme preoccupante, tanto da rischiare di peggiorare la prognosi. È questo il motivo per cui molte donne si rivolgono alla consulenza privata, dove sono state immediatamente riorganizzate le attività in osservanza delle normative, anche per la esiguità del numero che vi si rivolge rispetto alla grande attività istituzionale gratuita che prevede maggiore impegno di risorse finanziarie rallentandone l’applicazione operativa.
Alle Istituzioni regionali e nazionali è stato chiesto di ripristinare lo screening al più presto e la regolare attività dei centri di diagnostica clinica per garantire la sicurezza delle donne e degli operatori sanitari, anche riorganizzando le attività con gli adeguati distanziamenti temporali e spaziali; mentre alle donne si raccomanda di essere consapevoli che ritardare le diagnosi può portare serie conseguenze per la salute, infatti, la diagnosi precoce può salvarne la vita. Alle stesse si suggerisce precipuamente di effettuare uno screening al più presto ed eseguire un consulto diagnostico se presentano sintomi di una possibile neoplasia (nodulo palpabile, retrazione della cute o del capezzolo,pelle a buccia d’arancia, secrezione dal capezzolo …)
Il tumore mammario rappresenta la neoplasia più frequente nelle donne e costituisce la prima causa di morte per tumore nel sesso femminile. L’età è tra i principali fattori di rischio per il tumore mammario – in più del 75% dei casi colpisce donne sopra i 50 anni – ma, purtroppo, sono sempre più numerosi i casi in giovani donne sotto i 40 anni in cui la patologia tende ad essere più aggressiva ed a rapida evoluzione.
I progressi terapeutici hanno portato a un miglioramento della prognosi oncologica delle pazienti, incrementando in misura significativa il tasso di sopravvivenza. Le cure chemioterapiche e ormonali che fanno seguito al trattamento chirurgico e che hanno lo scopo di ridurre il rischio di recidive locali e a distanza, sono tuttavia responsabili dell’insorgenza di effetti collaterali, riconducibili all’effetto tossico sulla funzione ovarica e alla carenza estrogenica, che minano ulteriormente la qualità della vita di queste donne, fortemente provate dalla faticosa esperienza della malattia.
Naturalmente, l’adozione di semplici strategie comportamentali e di sane abitudini di vita consente in molti casi di affrontare al meglio queste problematiche senza dover necessariamente ricorrere ai farmaci, con la consapevolezza ed il supporto dello specialista curante che rappresenta una preziosa risorsa per le pazienti nel lungo e difficile percorso di cura.
È, comunque, la prevenzione l’arma fondamentale di approccio al problema. Cruciale è il ruolo della diagnosi precoce che permette di individuare il tumore in fase iniziale, consentendo maggiori chance di guarigione, minor invasività di intervento e migliore qualità di vita. Per prevenire il tumore alla mammella è importante adottare uno stile di vita sano, dinamico e attivo, basato su un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di frutta e verdura, ma povera di grassi. Infatti, ulteriori fattori di rischio sono rappresentati da sovrappeso e obesità, stile di vita sedentario, fumo, abuso di alcool, dieta povera di frutta e verdura.
Da ciò si evince che nella prevenzione risulta basilare una incisività di azione che parta ancora prima e più a monte rispetto allo screening mammografico, ove la principale azione di fondamentale importanza da eseguire è il consulto e la valutazione da parte dello specialista endocrinologo-specialista nel modulare l’equilibrio metabolico insieme al regime dietetico– che abbia in dote professionale anche una visione multi-specialistica associata alla oncologia ed alla ginecologia.