L’acne, cosi frequente nelle giovani donne, rappresenta un vero problema o è solo una alterazione cutanea, rilevante solo sul piano cosmetologico, ma priva della dignità di una vera e propria malattia? Questa supposizione va smentita fortemente e chiarita con la più adeguata accuratezza…
Nel nostro studio specialistico vediamo spesso giovani donne affette da eruzioni acneiche, molto spesso deturpanti, che hanno perso ogni speranza di risolvere il problema dopo innumerevoli ed inutili tentativi terapeutici con i più disparati preparati cosmetici. Le manifestazioni cutanee localizzate prevalentemente al volto rappresentano per questi soggetti una vera e propria malattia, da considerare con la massima severità e serietà, tenendo conto che oggi l’aspetto della cute del volto è di rilevanza fondamentale nei rapporti interpersonali siano essi di tipo privato, affettivo, sociale o professionale. Va, altresì, sottolineato che spesso l’acne si associa alla seborrea, ovvero una dermatite seborroica, che è dovuta ad una eccessiva produzione di sebo a livello del bulbo pilifero dell’unità pilosebacea. Non è, pertanto, giustificato classificare l’acne sbrigativamente come una spiacevole conseguenza del periodo post-puberale e trattare frettolosamente queste pazienti con fittizie terapie esterne. Risulta dimostrato da tempo, infatti, che l’acne e la seborrea rappresentano una manifestazione clinica la cui comparsa dipende prevalentemente da una alterazione ormonale con una eccessiva produzione di ormoni androgeni e, quindi, va trattata opportunamente con accuratezza da un esperto endocrinologo-ginecologo.
L’acne è una infiammazione del follicolo pilosebaceo e del tessuto peri-follicolare, che si presenta, soprattutto, al volto ed al torace, con diverse lesioni cutanee, presenti simultaneamente o in fasi successive. Appartengono all’acne i comedoni o punti neri, le papule, le pustole e le cisti che a volte possono lasciare cicatrici. Ulteriore caratteristica è il suo decorso cronico con successive riacutizzazioni. Le condizioni predisponenti e favorevoli allo sviluppo dell’acne sono l’iper-cheratinizzazione e l’elevata produzione di sebo, che portano all’occlusione del follicolo, la colonizzazione da parte di batteri (come il Propionibacterium acnes) e l’infiammazione. Gli ormoni sessuali svolgono un’azione di primo piano nell’eziologia dell’acne, agendo direttamente sulle ghiandole sebacee così come la secrezione delle ghiandole sebacee dipende dagli ormoni sessuali. Gli androgeni, infatti, stimolano la proliferazione dei sebociti e la produzione di sebo, mentre gli estrogeni inibiscono le ghiandole sebacee. Tali azioni hanno una variabilità individuale tanto che alcuni soggetti sono più sensibili rispetto ad altri. A conferma dell’importanza dell’azione di tali ormoni nell’acne risulta chiaro che la stessa può essere aggravata dalla somministrazione di testosterone, di sostanze anabolizzanti e di corticosteroidi per la loro potente azione androgenizzante.
Le manifestazioni cliniche dell’acne si distinguono in infiammatorie e non infiammatorie. Le lesioni non infiammatorie sono i comedoni, ossia dilatazioni del follicolo sebaceo, che possono essere aperti (detti punti neri per l’accumulo di melanina) o chiusi (punti bianchi per l’accumulo di cheratina). Le lesioni infiammatorie derivano per lo più da comedoni chiusi e sono papule, pustole, noduli e cisti. Le varie lesioni possono sovrapporsi e coesistere nello stesso individuo. Le lesioni infiammatorie più profonde danno spesso esiti cicatriziali.
Il trattamento dell’acne punta a risolvere i fattori che ne favoriscono lo sviluppo. Sono impiegati sia farmaci locali, sia farmaci per via orale che sono capaci di modulare la produzione di cheratina e sebo, presentando anche proprietà antiinfiammatorie. Anche gli antimicrobici topici sono spesso usati in varie formulazioni con una potente azione battericida ad azione rapida ed a diverse concentrazioni da scegliere in base alla sensibilità cutanea. Se l’acne è di maggiore gravità, sono invece necessari antibiotici per via orale, da assumere per alcune settimane ed utilizzati solo in caso di lesioni infiammatorie. Nelle forme gravi, come nella forma nodulo-cistica vengono utilizzati i retinoidi, ma per la loro azione teratogena sono da evitare gravidanze durante l’uso. Molto vantaggiose risultano, altresì, le associazioni di diversi farmaci.
La terapia ormonale dell’acne si basa sull’uso nella donna di ormoni che presentano un’azione più specificamente anti-androgenica. Essi sono capaci di ridurre la secrezione di sebo, con conseguente provata efficacia nella riduzione del numero delle lesioni acneiche e rendendo la pelle più liscia e libera da impurità. Risulta la terapia di scelta per donne con un eccesso di ormoni ad attività androgenica, spesso anche con alterazione del ciclo mestruale, che risolvono contestualmente oltre all’aspetto estetico (perdita di capelli, acne, seborrea, ipertricosi) anche le alterazioni del ciclo mestruale, la dismenorrea, l’oligomenorrea fino alla amenorrea. Un adeguato approccio endocrinologico-ginecologico ne gestirà la complessa sintomatologia con opportuna e idonea accuratezza.