L’alcool danneggia molti organi e interferisce con molte funzioni vitali. Tuttavia, molto dipende da quanto, da cosa e da quando (in quale età o periodo della vita) si beve. Purtroppo, però, valutare l’effetto specifico dell’alcool sull’infertilità è difficile, perché chi beve spesso fuma e ha cattive abitudini alimentari; ha cioè uno stile di vita che complessivamente incide in modo negativo sulla fertilità.
L’apparato riproduttivo maschile è composto da tre organi che interagiscono tra di loro per la produzione di testosterone e degli spermatozoi: l’ipotalamo (situato al centro del cervello), l’ipofisi (situata alla base del cervello) e i testicoli. Dato il loro funzionamento strettamente correlato sono definiti anche asse ipotalamico-ipofisario-gonadi. L’ipotalamo produce l’ormone del rilascio delle gonadotropine (GnRH) ipofisarie nei vasi sanguigni e l’ipofisi, a sua volta, libera nel flusso sanguigno l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH). LH e FSH in circolo stimolano i testicoli che producono il testosterone. Normalmente, questo processo viene regolato da un meccanismo di autocontrollo retrogrado, denominato meccanismo di feedback, che modula le azioni di stimolo e/o inibizione della produzione ormonale secondo le necessità dell’organismo.
L’alcool può interferire con il funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione degli ormoni sessuali causando una riduzione della fertilità, sia nell’uomo sia nella donna. L’alcool ostacola il regolare funzionamento dell’intero sistema e causa infertilità, impotenza e alterazione delle caratteristiche sessuali secondarie.
A livello testicolare il consumo di alcool è associato a una modificazione strutturale dei testicoli con atrofia dovuta a diversi fattori tra cui, soprattutto, la perdita di cellule spermatiche e la riduzione del diametro dei tubuli seminiferi e ad una diminuzione della produzione di testosterone influenzando, altresì, anche le cellule di Sertoli che svolgono un ruolo importante nella maturazione degli spermatozoi. Secondo alcuni studi, in dosi elevate, equivalenti a più di 80 grammi al giorno – cioè a più di un litro di vino al giorno -, si può arrivare all’arresto del processo di maturazione.
A livello centrale, il consumo di alcool è stato correlato ad uno scompenso nella funzione di LH e FSH dovuto probabilmente a un’interferenza nell’attività del GnRH. In uno studio che ha confrontato 66 soggetti, non fumatori e non consumatori di droghe che hanno consumato per almeno un anno 180 ml di alcol/die, per almeno 5 giorni a settimana, con un gruppo di soggetti di controllo di pari caratteristiche, ma non consumatori di alcool si è verificato che nei soggetti alcolisti è stato evidenziato un significativo aumento di FSH, LH e degli estrogeni con una significativa riduzione dei livelli di testosterone.
Per quanto riguarda l’esame del liquido seminale, sono state evidenziate rilevanti riduzioni del volume dell’eiaculato, della conta degli spermatozoi e della percentuale degli stessi morfologicamente normali. Tali risultati, già confermati in altri studi, suggeriscono che la prolungata assunzione di alcool possa causare una condizione di ipogonadismo primario. È necessario, quindi, tener conto dei rischi associati al consumo di alcool, non solo per gli effetti sullo stato di salute generale, ma anche per quelli provocati alla sfera sessuale e riproduttiva maschile.