L’acne è una malattia della pelle caratterizzata da un’infiammazione che colpisce il follicolo pilifero e la ghiandola sebacea annessa. L’acne interessa soprattutto le persone più giovani e colpisce in particolare alcune parti del corpo, come il viso e il tronco.
Alcuni studi hanno rilevato che negli adolescenti con acne si può riscontrare una risposta all’azione dell’insulina notevolmente aumentata rispetto agli adulti e giovani sani, non ancora in età adolescenziale. Di conseguenza, è presente una riduzione della sensibilità dei tessuti all’insulina: fenomeno chiamato insulino-resistenza. Tale alterazione del metabolismo si determina quando l’insulina viene secreta in maniera superiore al normale per assicurare l’ingresso del glucosio nelle cellule; qualora questa condizione di ipersecrezione persista, può condurre al diabete. Un’altra condizione potenzialmente associata all’acne è la sindrome metabolica, caratterizzata dalla presenza contestuale di obesità, ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa.
In uno studio condotto da alcuni ricercatori in cui è stato confrontato un gruppo di 100 soggetti di sesso maschile con acne con un altro gruppo di 100 soggetti maschili della stessa età, senza la presenza di acne, è stato confermato che l’insulino-resistenza è due volte maggiore nei soggetti con acne rispetto a quelli senza acne (22% contro 11%), mentre la presenza della sindrome metabolica risulta sostanzialmente simile in tutti i soggetti. Questa valutazione induce una nuova prospettiva per la prevenzione del diabete di tipo 2. Poiché l’insulino-resistenza può essere considerata una fase di prediabete, con il rischio che in futuro il soggetto possa sviluppare una vera iper-insulinemia, ovvero un aumento nel sangue della concentrazione dell’insulina, sarà necessario tenere sotto controllo i giovani con acne per un periodo molto prolungato per accertare se e quando questi potrebbero sviluppare altre condizioni associate all’insulinoresistenza.
Ecco spiegata la ragione per cui l’acne, nella maggioranza dei casi, non è solo una manifestazione cutanea, ma risulta l’epifenomeno di una alterazione endocrino-metabolica che merita la scrupolosa diagnostica e l’attenzione terapeutica dell’endocrinologo e, nel sesso femminile, da parte dell’endocrinologo-ginecologo.