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Covid-19, quando occorre fare un test: una guida rapida

C’è ancora molto da capire sul Covid-19 e la malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus. Una cosa che gli esperti sanno per certo è che i sintomi possono assomigliare a quelli di altre patologie, inclusa l’influenza. Per questo motivo, oltre al fatto che i test non erano ancora disponibili all’inizio della pandemia, molta popolazione ancora non ha effettuato né un test rapido, né un tampone molecolare. Tra i sintomi che potrebbero far pensare ad una infezione da Covid si possono includere una temperatura corporea iniziale oltre i 37,5 gradi ed in aumento, forte affaticamento, tosse, difficoltà respiratorie, perdita del gusto e dell’olfatto, mal di testa e dolori articolari, alcuni dei quali continuano a persistere per un lungo periodo

Quali sono i test da fare nel caso si abbiano sospetti di aver contratto il virus?

Di seguito alcune indicazioni che fanno il punto sulle conoscenze disponibili.

  • Il test molecolare è il più affidabile in quanto rileva se, in quell’esatto momento, è in corso nell’organismo un’infezione da Covid-19. L’esame consiste in un prelievo di muco presente sulla mucosa del rinofaringe e dell’orofaringe attraverso il cosiddetto tampone naso/oro-faringeo. Il campione verrà poi esaminato in laboratorio dove si procederà all’estrazione dell’Rna virale (il genoma del virus Sars-CoV-2) attraverso la metodica Rt-Pcr (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction). In seguito all’analisi sarà possibile stabilire se il soggetto testato sia positivo o negativo.
  • Il test rapido antigenico, detto anche ‘test rapido’, serve a rilevare velocemente la positività al virus: circa 30 minuti contro le 7-24 ore del molecolare. La modalità di prelievo è sempre naso-faringeo, ma l’affidabilità è decisamente inferiore in quanto il test è in grado di rilevare soltanto le proteine superficiali del virus (antigeni) e non il genoma virale che invece si rileva dal test molecolare. In caso di positività è sempre bene effettuare anche il test molecolare per confermare se l’infezione da coronavirus sia davvero in corso.
  • Il test sierologico è utile per capire se si è contratto in precedenza il nuovo coronavirus, è molto utile a livello epidemiologico, ma ancora non definisce la durata della protezione immunologica ed un indice di contagiosità. Si esegue attraverso un semplice prelievo del sangue e può essere di due tipi: qualitativo, che stabilisce solo se una persona ha sviluppato o meno degli anticorpi, secondo una logica positivo/negativo e quantitativo, in quanto vengono dosate le quantità di anticorpi. Sui test qualitativi non è ancora possibile definire un livello di affidabilità e accuratezza, perché presentano ancora grandi limitazioni. I test quantitativi, invece, hanno un elevato grado di affidabilità e accuratezza ed utilizzano sistemi di rilevazione con chemiluminescenza oppure sistemi immunoenzimatici.

Se si sono manifestati sintomi da Covid-19 all’inizio del 2020, momento in cui il virus ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo, o se si è viaggiato durante quel periodo, occorre considerare che soprattutto in paesi dove già l’epidemia era in crescita è possibile che ci si sia esposti all’infezione. Occorre, comunque, tener presente che, se si fosse contratta l’infezione in quel periodo, gli anticorpi potrebbero già non essere più presenti.

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