Un interessante studio clinico pone l’accento su un piano alimentare che segua i naturali cambiamenti ormonali durante il ciclo mestruale. Lo studio, adatto a tutte le donne in salute, è in fase di sperimentazione anche per monitorare donne che presentano alcune patologie della sfera femminile.
Nel corso degli ultimi decenni, l’attenzione della comunità scientifica globale si è sempre più concentrata sul ruolo cruciale dell’alimentazione nella prevenzione di molteplici patologie cronico-degenerative. Diversi approcci dietetici, solidamente fondati su evidenze scientifiche, hanno visto la luce nel corso del tempo, con un obiettivo chiaro: prolungare la salute e la longevità delle persone. Tuttavia, è importante notare che molti di questi protocolli nutrizionali sono stati principalmente adattati considerando la fisiologia maschile, poiché la valutazione delle variazioni nei parametri corporei ed ematici risulta più agevole senza l’interferenza degli ormoni femminili. Lo studio effettuato sulla CyclicityDiet supera proprio questo stereotipo e mette la donna al centro di studi sulla composizione corporea e l’assunzione di cibo, in riferimento alle variazioni ormonali. Una dieta che cambia durante i 28 giorni del ciclo mestruale, assecondando le naturali variazioni ormonali della donna e rispondendo meglio alle esigenze fisiologiche dell’organismo femminile, quali il minore appetito nei primi giorni di ciclo e il maggiore desiderio di dolci dopo l’ovulazione. Si tratta della CyclicityDiet, un piano alimentare secondo un protocollo internazionale, in corso di sperimentazione clinica, anche per pazienti che soffrono di diverse patologie femminili, quali l’ovaio policistico, l’endometriosi e alcune patologie cardiovascolari.
UNA DIETA PENSATA PER LE DONNE. L’idea è quella di adattare l’alimentazione alle fluttuazioni cicliche degli ormoni femminili, quali estrogeni, progesterone e le gonadotropine (LH/FSH), durante il ciclo mestruale. Il tutto con l’obiettivo di far perdere peso con un piano dietetico pensato espressamente per l’organismo femminile e contrastare alterazioni collegate a disfunzioni metaboliche come l’iper-insulinismo, il diabete, l’obesità. Analizzando la letteratura scientifica degli ultimi 10 anni ci si accorge di come, in tema di alimentazione, non si prenda mai in considerazione, in maniera separata, il sesso femminile nonostante le profonde differenze, a livello ormonale, metabolico, psicologico ed emotivo della donna durante le diverse fasi del ciclo. Differenze che possono comportare un maggiore fabbisogno energetico in certi giorni piuttosto che in altri. Le variazioni ormonali potrebbero inficiare il risultato di una dieta, ad esempio gli estrogeni riducono l’appetito e l’assorbimento e sono più elevati nei primi 14 giorni del ciclo: in questa fase è possibile ridurre le quantità e optare per cibi con maggiore effetto diuretico. Dopo l’ovulazione e nel periodo premestruale, invece, aumenta la produzione del progesterone, che stimola la fame e il desiderio di dolci. In questa fase può essere possibile mantenersi in forma riducendo i carboidrati raffinati e preferendo i cibi proteici per ridurre l’appetito.
LA DIETA CICLICA. L’idea chiave è che questa dieta deve essere seguita in cicli regolari. In ogni caso, la paziente deve essere seguita da uno specialista endocrinologo-ginecologo che possa adattare la dieta alle esigenze della donna. Dunque, anche in questo caso ‘NO AL FAI DA TE’, ma risulta essenziale il controllo clinico da parte dello specialista esperto in ormoni, metabolismo e nutrizione (l’endocrinologo) e della sfera ginecologica, ecco perché la scelta deve ricadere, oculatamente, su un pluri-specialista endocrinologo e ginecologo.
L’ATTIVITÀ FISICA. Anche l’esercizio fisico cambia, nell’intensità e nella tipologia, durante i 28 giorni. Nei primi giorni del ciclo, che coincidono con le mestruazioni si può svolgere un’attività leggera, come yoga, stretching, camminata, meditazione. Dal 5° all’11° giorno l’intensità dell’allenamento può aumentare, fino ad arrivare a moderatamente pesante, con esercizi aerobici e anaerobici alternando cardio fitness con l’uso di pesi di piccole dimensioni. Un allenamento, questo, che può continuare fino al 21° giorno, quando le capacità di sforzo cominciano a diminuire ed è bene ridurre il carico di esercizio fisico.
MENOPAUSA E PATOLOGIE. Ma la dieta ciclica si può adattare anche alla menopausa, seguendo cicli temporali diversi, di circa sette giorni. Nella transizione verso la menopausa (climaterio) e nella menopausa si preferiscono alimenti antietà, contenenti fitoestrogeni, fibre solubili e proprietà antiossidanti. Fra i cibi prescelti, il cioccolato fondente, l’olio extra vergine d’oliva, la frutta secca, l’avocado, i frutti di bosco, la curcuma sono alimenti che, oltre ad essere fonti di vitamine e minerali, contrastano le disfunzioni metaboliche e cardiovascolari. Una particolare attenzione va poi agli alimenti ricchi di calcio, come latte e i suoi derivati ed alla vitamina D, che ne permette l’assorbimento, visto che in questa fase della vita aumenta il rischio di osteoporosi e fratture in seguito alla riduzione drastica degli estrogeni.