Le malattie cardiovascolari persistono come la principale causa di decesso tra le donne, ma rimane un velo di mistero intorno ai meccanismi legati al genere che influenzano molteplici aspetti di tali patologie. Negli ultimi decenni, gli sforzi dei professionisti medici sono stati mirati al miglioramento della prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari nelle donne. Tuttavia, c’è ancora un ampio margine per sviluppare strategie personalizzate di prevenzione e cura basate sul genere. La crescente rilevanza degli studi sull’impatto di età, sesso e genere su altri fattori di rischio cardiovascolare mira a ottimizzarne monitoraggio e prevenzione, specialmente nelle donne.
Contrariamente alle donne, gli uomini presentano un elevato tasso di malattia coronarica ostruttiva, attribuibile in parte a un accumulo maggiore di fattori di rischio aterosclerotico. Il sesso maschile emerge come un fattore di rischio cardiovascolare più significativo rispetto a fumo, diabete, livelli elevati di lipidi plasmatici e ipertensione arteriosa. Questa disparità ha portato a piani di gestione preventiva più rigorosi per gli uomini, con trattamenti farmacologici mirati e monitoraggio attento dei fattori di rischio, a differenza delle donne. Questo approccio asimmetrico ha caratterizzato le cure primarie per decenni, aumentando il rischio cardiovascolare nelle donne.
Le donne presentano specifici fattori di rischio che spesso non ricevono adeguata attenzione. Studi dimostrano che la dislipidemia, in particolare il controllo insufficiente del colesterolo LDL, rappresenta la principale disparità correlata al sesso nel rischio cardiovascolare femminile. Le donne con diabete di tipo 2 sono spesso sottotrattate per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, contribuendo a una protezione incompleta. La mancanza di consapevolezza delle donne riguardo alle variazioni ormonali e metaboliche durante la peri-menopausa porta a una sottovalutazione significativa dei fattori di rischio, compromettendo le possibilità di prevenzione. Pertanto, emerge la necessità per le donne di una valutazione completa, che includa aspetti ormonali, metabolici e ginecologici, condotta da un endocrinologo-ginecologo, al fine di affrontare e curare i molteplici fattori di rischio nelle patologie femminili.