Dalla Fondazione Italiana Endometriosi sono state promulgate una serie di indicazioni sui cibi da assumere durante la stagione invernale, in quanto una dieta adeguata, oltre ad agire sui sintomi, influisce anche sulla patologia riducendone la quota di estrogeni e ne limita la percentuale di incremento dell’endometriosi.
Con tali indicazioni per l’utilizzo di più frutta, verdura, legumi, cereali, pesce e frutta secca e meno carne, latticini, alcool, soia e dolci molto zuccherini, si consiglia come combattere l’endometriosi a partire dalle scelte alimentari. Una dieta mirata e basata su cibi antinfiammatori, disintossicanti e liberi da ormoni è, infatti, in grado di contribuire alla riduzione dei dolori e dell’infiammazione contrastando e riducendo i dolori pelvici, la sindrome da stanchezza cronica e lo stato di intorpidimento cerebrale che spesso si accompagna alla malattia. Attualmente, non vi sono cure mediche e farmacologiche per l’endometriosi, che solo in Italia colpisce oltre tre milioni di donne, ma si può intervenire sulla riduzione della sintomatologia attraverso la modificazione dello stile di vita.
Partendo dal presupposto che gli estrogeni determinano un incremento dell’endometriosi provocandone una infiammazione e questa induce la produzione di ulteriori ormoni, è stata messa a punto, da oltre 10 anni, un tipo di alimentazione che si basa su quattro pilastri:
- riduzione dell’assunzione di cibi estrogenici
- aumento di cibi anti-estrogenici
- riduzione dei cibi pro-infiammatori
- aumento dei cibi antiinfiammatori.
In tal modo si riduce il livello degli estrogeni e dell’infiammazione con conseguente riduzione della sintomatologia algica. Ma la dieta, oltre ad agire sui sintomi, agisce anche sulla patologia; infatti, riducendo il livello degli estrogeni ne limita la percentuale di crescita dell’endometriosi.
Nel caso dell’endometriosi è possibile parlare di “cibo terapeutico” – come sostengono dalla Fondazione Italiana Endometriosi – e seguendo alcune specifiche raccomandazioni nutrizionali, l’organismo potrà infatti godere dei benefici enunciati. Da preferire è, innanzitutto, una dieta contenente sostanze antiinfiammatorie e antiossidanti, come curcuma e zenzero. Un eccesso di grassi saturi e zuccheri potrebbe innescare una cascata di reazioni in grado di stimolare l’attivazione dei mediatori dell’infiammazione, mentre un’adeguata distribuzione dei carboidrati nella dieta permette di mantenere la secrezione insulinica all’interno di un range che favorisce l’omeostasi ormonale. Risulta doveroso, altresì, porre grande e minuziosa attenzione anche alla presenza di alcuni agenti dis-regolatori endocrini, nascosti all’interno di scatolame, plastica e pesticidi che risultano in grado di interferire sulla produzione degli estrogeni.
Ecco allora i consigli e le raccomandazioni messe a punto dalla Fondazione Italiana Endometriosi per fare la spesa e combattere contestualmente la malattia:
A) Cibi da incrementare il consumo: le fibre, per una riduzione degli estrogeni nel sangue; quindi, verdure (nella stagione invernale: broccoli, cavoli, zucca, cime di rapa, verza); cereali integrali; legumi; frutta (stagione invernale: arancia, mandarino, melograno, mela, pera); inoltre, gli omega 3, per promuovere la produzione della prostaglandina che riduce l’infiammazione addominale, contenuti nel pesce azzurro, salmone e tonno, olio di oliva, frutta secca, avocado, semi.
B) Cibi da ridurre: ridurre al minimo il consumo di carne rossa e preferire la carne bianca di origine e allevamento controllato; è bene anche ridurre al minimo anche i latticini per la presenza di caseina e lattosio ed, infine, è consigliato assumere il glutine da farine integrali e grezze.
C) Cibi da evitare: sono gli alimenti industriali come prodotti confezionati e bevande zuccherine; alcool; caffeina; prodotti caseari di origine animale e di allevamento non controllato (per il possibile utilizzo di alto contenuto di ormoni); soia (poiché contiene fitoestrogeni); farine bianche e prodotti da forno raffinati; grassi saturi; zucchero bianco; dolci altamente zuccherini; avena e segale (per l’alto contenuto di estrogeni).
Queste interessanti indicazioni della Fondazione Italiana Endometriosi riportano l’attenzione sulla particolare cura che bisogna nutrire sempre verso la cultura dell’alimentazione sana, senza dimenticarne i principi nello stile di vita, indirizzandosi sempre verso i più adeguati consigli di specialisti con provata formazione multidisciplinare sia metabolica, sia ormonale, sia ginecologica quale un pluri-specialista endocrinologo e ginecologo.