L’obesità aumenta con incrementi senza precedenti, con effetti sia diretti sia indiretti, sulla disfunzione di più tessuti e organi. Dal punto di vista anatomico, negli individui obesi rispetto ai soggetti di peso normale sono state rilevate differenze nella sostanza cerebrale grigia e bianca; in particolare, per la grigia è stato dimostrato che è ridotta nelle regioni del cervello come l’ippocampo, la corteccia prefrontale e altre regioni subcorticali.
L’obesità e la sindrome metabolica sono state legate al deterioramento della funzione cognitiva; inoltre, i dati clinici hanno dimostrato che l’obesità e il diabete mellito sono collegati non solo al declino cognitivo, ma anche ad altri disturbi cerebrali come la demenza, l’ansia e la depressione con meccanismi che includono il coinvolgimento di stress ossidativo, infiammazione e metabolismo lipidico anormale.
La resistenza periferica all’insulina ha dimostrato di essere accompagnata da un declino cognitivo, principalmente nella memoria e nella performance esecutiva. La perdita di controllo glicemico, evidenziata dall’aumento dei livelli circolanti di HbA1c, è risultata essere un fattore di rischio per la disfunzione cognitiva, ma la durata del solo diabete potrebbe non influenzare le prestazioni cognitive se la glicemia è adeguatamente controllata nel tempo. I livelli circolanti aumentati di citochine pro-infiammatorie partecipano all’infiammazione sistemica indotta dall’obesità. Questa infiammazione sistemica può partecipare allo sviluppo del declino cognitivo e della demenza. Per le adipochine, la carenza di leptina è stata collegata ad alterazioni del volume e della struttura del cervello e queste alterazioni hanno dimostrato di essere invertite dalla somministrazione di leptina. I livelli plasmatici di adiponectina sono inversamente correlati all’obesità, all’insulino-resistenza e al diabete mellito di tipo 2, con livelli di adiponectina nel liquido cerebrospinale 1000 volte più bassi dei livelli plasmatici. L’adiponectina ha dimostrato di regolare la proliferazione, la neurogenesi e la ramificazione delle cellule staminali neurali dell’ippocampo.
È importante sottolineare che tutte le morbilità associate all’obesità (malattie cardiovascolari, diabete, aterosclerosi, ecc.) incidono sulla salute del cervello. Diversi aspetti della funzione cerebrale risultano influenzati dall’infiammazione innescata dall’obesità. La neuro-infiammazione periodica è una difesa necessaria per il cervello. Tuttavia, quando la neuro-infiammazione diventa prolungata o incontrollata (cronica), interrompe le normali barriere protettive e porta alla plasticità sinaptica disadattiva e allo sviluppo di diversi disturbi neurodegenerativi. Le cause e l’impatto dell’obesità sulla salute generale sono tutt’altro che lineari e indicano un insieme complesso di interazioni. I fattori ambientali e l’invecchiamento possono accelerare o inibire gli effetti dell’obesità sui vari sistemi di organi e tessuti del corpo, e questa è un’area di ricerca che si sta rapidamente espandendo e identificando risultati entusiasmanti.