La vaccinazione anti-HPV è offerta gratuitamente a ragazze e ragazzi di 11 anni in tutte le Regioni e, in alcune di queste, anche a donne di 25 anni e alle donne trattate per lesioni precancerose HPV-correlate. È, altresì, prevista la possibilità di catch-up gratuito fino a età diverse, in base alle scelte di politica sanitaria delle varie Regioni. Attualmente, soprattutto nelle donne più adulte, sempre più consistenti sono le evidenze scientifiche in letteratura che dimostrano efficacia e sicurezza della vaccinazione per tutta la durata della vita fertile.
L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione e si stima, infatti, che si presenti nel corso della vita in percentuale fino all’80% circa, nelle donne sessualmente attive. L’infezione da HPV non conferisce purtroppo una protezione contro le infezioni successive. È stata, infatti, dimostrata la possibilità di una reinfezione con lo stesso sottotipo e/o una co-infezione con ceppi multipli di HPV. L’infezione con i ceppi HPV oncogeni è possibile durante l’intero arco della vita sessualmente attiva, come risultato della riattivazione di una infezione latente acquisita in precedenza, oppure a seguito di nuovi contatti sessuali più recenti.
Inoltre, mentre molte infezioni in giovane età sono transitorie, in età adulta vi è maggiore probabilità di assistere ad una persistenza più stabile o prolungata, a causa di una clearance virale meno efficace, ponendo la donna matura a maggior rischio oncogeno. La persistenza virale è stata identificata come causa necessaria di promozione neoplastica; in caso di infezione persistente, il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di alcuni decenni (20-40 anni).
Alcune metanalisi di letteratura e studi prospettici, evidenziano la prevalenza di un primo picco di positività a 5-10 anni dal debutto sessuale e un secondo picco in donne tra i 45 e i 55 anni. Dai dati della letteratura si evince, altresì, che circa il 70% delle donne oltre i 25 anni di età possono essere HPV negative e, pertanto, suscettibili all’infezione con ceppi HPV oncogeni; mentre le donne positive, normalmente lo sono per un solo tipo di HPV, ne consegue che si possono infettare con gli altri tipi oncogeni.
Alla luce delle suddette evidenze, si può comprendere che la vaccinazione anti-HPV nelle donne adulte (dopo i 25 anni), ha il significato di prevenire, nelle donne precedentemente positive, nuove infezioni da altri tipi di HPV a cui la donna non era stata ancora esposta in precedenza. Studi clinici hanno dimostrato, inoltre, una efficacia significativa anche quando le indagini non erano state condotte esclusivamente nelle donne HPV negative o erano state condotte in donne precedentemente positive.
Perché raccomandare il vaccino anti-HPV alle donne anche dopo i 26 anni?
La risposta immunitaria al vaccino anti-HPV è massima nella preadolescenza (11-13 anni), prima del debutto sessuale, ovvero prima di una possibile esposizione al virus. Per tale motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la vaccinazione nel 12° anno di età. In Italia, si raccomanda la vaccinazione anti-HPV alle ragazze tra gli 11 e i 13 anni, a partire dai 9 anni. La vaccinazione di recupero (catch up), è raccomandata per le donne fino a 26 anni che non sono state precedentemente vaccinate o che non hanno completato il ciclo vaccinale. La vaccinazione di recupero non è prevista di routine dopo i 26 anni, in quanto, a causa dell’esposizione al virus, si riduce il rapporto costo-efficacia. Tuttavia, specie in alcune situazioni particolari (donne con partner unico o non sessualmente attive), il rischio di pregressa esposizione è molto basso e, pertanto, la vaccinazione diventa non solo più vantaggiosa, ma è opportuno consigliarla.
Il vaccino 9-valente offre maggiori possibilità di acquisire immunità in quanto contiene i tipi oncogeni aggiuntivi rispetto al quadrivalente e al bivalente.
Numerosi studi dimostrano che tutti i vaccini anti-HPV sono sicuri e validi dal punto di vista immunogenico fino a 55 anni, soprattutto nelle donne naïve al virus. Particolarmente interessante è lo studio di fase 3 – VIVIANE, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, che ha valutato l’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino anti-HPV in donne con età maggiore di 26 anni. Il follow-up è durato 4 anni ed è stata confermata l’efficacia contro la persistenza dell’infezione o del CIN1+ (Neoplasia Intraepiteliale Cervicale) correlata ad HPV 16 e 18, in tutte le fasce di età, con controlli ogni 6 mesi. È stata, altresì, evidenziata una significativa protezione crociata nei confronti di HPV 31 e 45.
Pertanto,si ritiene molto importante, valutando adeguatamente caso per caso e con un counselling personalizzato da parte di un qualificato oncologo-ginecologo, consigliare anche alle donne adulte il vaccino contro l’infezione da HPV, che rimane la forma più efficace di prevenzione primaria nei confronti di un tumore molto aggressivo.