Il carcinoma della cervice uterina è una forma di neoplasia che sta sperimentando una significativa riduzione dell’incidenza, grazie all’implementazione di programmi di screening avanzati, che includono il Pap-test e la tipizzazione virale. Inoltre, l’efficacia della campagna di prevenzione mediante il vaccino contro l’HPV ha contribuito positivamente a questa tendenza.
La causa principale di questa forma di cancro è correlata ad alcuni ceppi di papillomavirus umano (HPV) ad alto rischio oncogeno, con il 16 ed il 18 che emergono come i principali responsabili. In Italia, il numero di nuovi casi si attesta a circa 2.300 all’anno, prevalentemente in forma iniziale. Tuttavia, è incoraggiante notare che solo una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata. Questi risultati positivi dipendono dall’efficacia dei programmi di screening per le lesioni precancerose e dalla diffusione della vaccinazione contro l’HPV.
Purtroppo, il tumore della cervice uterina può spesso manifestarsi in maniera asintomatica, rendendo difficile la sua individuazione precoce. I sintomi possono apparire solo in fasi avanzate e includono perdite ematiche genitali anomale e dolore pelvico. Per diagnosticare questa patologia, si utilizza una biopsia mirata della cervice uterina sotto guida colposcopica, soprattutto nei casi con pap-test anormali e/o HPV-test positivo o in presenza di segni evidenti di tumore avanzato. È importante sottolineare che il principale fattore di rischio per lo sviluppo del tumore della cervice è rappresentato dall’infezione da HPV.
Pertanto, l’attenzione alla prevenzione risulta essere di fondamentale importanza. È essenziale rivolgersi a uno specialista oncologo-ginecologo per una consulenza personalizzata in termini di prevenzione, diagnosi e cura delle lesioni presenti. Grazie a un approccio tempestivo e accurato, possiamo continuare a lottare con successo contro questa patologia e proteggere la salute delle donne.