Mantenere il microbiota vaginale in equilibrio nelle varie fasi della vita è un primo passo per contribuire positivamente al fisiologico stato di salute della vagina e migliorarne il sistema immunitario. È stato dimostrato, infatti, che alterazioni del microbiota possono portare alla disbiosi vaginale, cioè ad alterazioni della componente microbiotica con una riduzione dei lactobacilli ed un aumento dei batteri aerobi e anaerobi a cui possono sovrapporsi le infezioni da funghi. La più frequente è la candida vaginale con un’incidenza del 75%, un’infezione micotica prettamente femminile, che si verifica in seguito a un’eccessiva crescita, a livello della vagina, di alcune specie micotiche.
Diversi fattori possono compromettere l’efficienza dei meccanismi di difesa preposti al controllo della proliferazione della Candida albicans a livello dei genitali femminili e contribuire così allo sviluppo della disbiosi:
- l’uso improprio di antibiotici
- la scarsa igiene intima o uso di detergenti intimi di cattiva qualità
- la condivisione e uso di asciugamani e biancheria intima con una persona infetta
- la gravidanza, l’immunodepressione, il diabete
- i rapporti sessuali non protetti.
In uno studio dell’Università di Catania, la ricerca si è basata su un set iniziale di 400 ceppi isolati dall’ecosistema vaginale di donne sane e in età fertile, tra i quali è stato scelto e isolato, per le sue interessanti proprietà probiotiche, il Lactobacillus rhamnosus. A tal fine, sono state poi analizzate in modo approfondito le proprietà funzionali e la sicurezza del ceppo. Successivamente, quest’ultimo ha mostrato: un’attività antagonista ad ampio spettro nei confronti dei principali patogeni vaginali, capacità di adesione sia alle pareti vaginali sia intestinali, proprietà antinfiammatorie e antiossidanti indicando buone caratteristiche probiotiche. Sulla base di parametri clinici e microbiologici, la somministrazione del ceppo per via orale ha comportato una riduzione dei sintomi dopo 10 giorni di assunzione e un ripristino dell’eubiosi fino a 30 giorni dopo la fine del trattamento. Pertanto, esso può essere integrato alle buone abitudini alimentari e igieniche, quale supplemento per coadiuvare il mantenimento dell’equilibrio della flora microbiotica vaginale.
Per microbiota vaginale si intende l’insieme dei microorganismi che colonizzano la vagina, rappresentati per oltre il 90% dai lattobacilli e, in piccola percentuale, da altre specie di batteri sia aerobi sia anaerobi e da funghi. Il microbiota del tratto riproduttivo femminile è in grado di interagire con l’intestino attraverso meccanismi di diffusione diretta.
La composizione del microbiota vaginale è soggetta all’influenza di diversi fattori fisiologici in grado di indurre modificazioni qualitative e quantitative delle specie residenti. Alcuni di questi fattori possono essere legati all’età e alle fluttuazioni dei livelli di estrogeni che si verificano normalmente nel corso della vita. Più nello specifico, in età prepubere e in menopausa i livelli di estrogeni sono molto bassi e ciò determina l’instaurarsi di un microbiota povero di lattobacilli, mentre in età fertile questi rappresentano la specie predominante per oltre il 90% in condizioni fisiologiche.
In gravidanza, i più alti livelli di estrogeni circolanti si correlano a una composizione del microbiota vaginale dominata dai lattobacilli; tuttavia, lo stato di immunodepressione tipico della gravidanza facilità lo sviluppo della Candida. La candidosi vulvo-vaginale è una delle più comuni forme di vaginite, seconda per frequenza solo alla vaginosi batterica. Dal punto di vista epidemiologico, il 70-75% circa delle donne sperimenta almeno una volta nella propria vita un’infezione vulvo-vaginale da Candida e circa il 40% di queste va incontro a una recidiva entro l’anno.
Ancora oggi, molto spesso la disbiosi vaginale viene trattata utilizzando antibiotici o antimicotici con molti fallimenti, sia perché i microrganismi hanno sviluppato molte resistenze e sia perché le infezioni sono sovrapposte (batteriche e micotiche insieme). L’attenta e rigorosa valutazione da parte di un esperto endocrinologo-ginecologo, con la propria ampia esperienza anche in ambito internistico e nelle disbiosi, sia nella terapia per il trattamento delle vaginiti, sia nella profilassi per prevenire le infezioni virali e le malattie a trasmissione sessuale in genere, costituisce la via migliore per la salute sessuale e riproduttiva della donna e per il benessere psico-fisico della stessa.