L’attuale basso livello di fecondità media della popolazione è dovuto a una serie di fattori, tra cui risulta essenziale lo stile di vita. Infatti, le abitudini alimentari, l’alcol e il fumo già in fase adolescenziale, l’igiene e lo scarso uso di contraccettivi di barriera, lo stress e l’inquinamento possono giocare un ruolo significativo. Per preservare la nostra fertilità bisognerebbe, quindi, agire migliorando la qualità della vita.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi 50 anni, la concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale ha dimezzato il suo valore e bambini, ragazzi e adulti maschi sembrano essere particolarmente sensibili alle condizioni ambientali e allo stile di vita. Per tale motivo vi sono comportamenti che sarebbe bene modificare fin da giovanissimi per non danneggiare, magari irreparabilmente, la capacità di procreare.
Innanzitutto, abolire il fumo, anche passivo, i cui danni alla salute di cuore, polmoni e circolazione periferica sono ben noti, ma fumare ha un impatto altrettanto negativo sulle possibilità di concepimento in entrambi i sessi e il numero di anni in cui si fuma risulta molto importante. La nicotina e gli altri metalli pesanti presenti nelle sigarette, come il cadmio, nella donna interferiscono con la regolare funzionalità ovarica, mentre nei maschi portano alla diminuzione della concentrazione di spermatozoi fino al 13-17%, aumentandone il numero di quelli anomali.
Un secondo fattore che incide sulla salute riproduttiva è la variazione, ripetuta e repentina, del peso corporeo. Inseguire modelli di magrezza non salutare può essere dannoso per l’apparato riproduttivo di una giovane donna. L’inizio e il mantenimento della regolarità del ciclo mestruale dipendono anche dal raggiungimento di un equilibrio tra peso corporeo e altezza, tra massa magra e massa grassa. Si calcola che sia necessario almeno il 17% di massa adiposa rispetto al peso totale per dare inizio all’attività ciclica delle ovaie e che almeno il 22% sia necessario per mantenerla. La perdita di peso poi, se superiore al 15% rispetto al peso-forma, fa aumentare di almeno cinque volte la possibilità di irregolarità del ciclo mestruale determinando, ancora una volta, la possibile mancanza di ovulazione con conseguente infertilità. Seguendo lo stesso ragionamento, anche l’obesità ha un impatto endocrino e metabolico, con casi di aumento della quantità di androgeni circolanti che determina irregolarità mestruali, mancanza di ovulazione, amenorrea e sindrome dell’ovaio policistico. Tutte condizioni che possono portare ad una condizione di infertilità. Se l’aumento di peso corporeo poi è superiore del 20% rispetto al peso forma, il rischio di alterazioni del ciclo mestruale aumenta proporzionalmente.
Risulta, dunque, fondamentale prendersi cura di sé stessi ogni giorno fin da giovanissimi e non è mai troppo presto per porre maggiore attenzione ai comportamenti che assumiamo. Agire bene in modo da non nuocere alla propria salute è un gesto di responsabilità nei confronti soprattutto di sé stessi. L’attenzione e la cura del proprio benessere devono partire da una attenta e precoce prevenzione con l’aiuto di un esperto multi-specialista in ambito endocrinologico e ginecologico.