La celiachia è una patologia autoimmune sistemica multiorgano che colpisce prevalentemente la popolazione femminile. Il 70% dei celiaci in Italia è di sesso femminile.
Secondo le ipotesi più accreditate, tale differenza tra i sessi dipende sia da aspetti genetici, sia da una maggiore aggressività e reattività del sistema immunitario delle donne, fisiologicamente ed evolutivamente legata alla necessità di far fronte alle infezioni post-parto. È bene, altresì, sapere che la celiachia può manifestarsi con numerosi e diversi sintomi a livello sia gastrointestinale, sia extra-intestinale, alcuni dei quali possono riguardare anche l’apparato riproduttivo femminile. Per tale motivo anche il ginecologo ha un ruolo importante nell’identificare le condizioni che possono celare una celiachia.
Le manifestazioni ginecologiche della celiachia
Nelle donne la celiachia può manifestarsi con sintomi extra-intestinali tra cui la comparsa tardiva del menarca, l’amenorrea, la menopausa precoce, l’infertilità e gli aborti spontanei. Infatti, fino al 50% delle donne con celiachia non trattata riferisce un’esperienza di aborto spontaneo o gravidanze con esito sfavorevole. Nonostante ciò, la celiachia è ancora poco considerata durante la valutazione dell’infertilità. Inoltre, le donne con celiachia non trattata possono avere un rischio più elevato di sviluppo di complicanze ostetriche: parto pretermine, ritardo della crescita intrauterina, basso peso alla nascita e neonato piccolo per l’età gestazionale. Pertanto, tra le condizioni per le quali si consiglia il test sierologico per la celiachia e, in caso di positività, la biopsia, secondo le Linee Guida della Società europea per lo studio della malattia celiaca, vi sono anche quelle di competenza ginecologica in presenza delle quali può essere utile indagare la presenza di celiachia, quali:
- Comparsa tardiva del menarca
- Amenorrea
- Menopausa precoce
- Infertilità (dopo aver escluso alterazioni anatomiche, disturbi endocrini, malattie infettive come clamidia trachomatis, tubercolosi, endometriosi, ecc.)
- Aborti spontanei e ricorrenti (inclusa la sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi che, in alcuni casi, può essere associata alla celiachia)
- Parto pretermine
- Basso peso alla nascita
- Anemia da carenza di ferro che non risponde alla terapia orale: più accentuata nella seconda gravidanza
- Sanguinamento rettale.
In generale, l’attenzione ai sintomi sospetti deve essere sempre alta.
Diagnosi di celiachia
Non è sempre semplice riconoscere la celiachia, una patologia che può manifestarsi con numerosi e diversi sintomi sia a livello gastrointestinale sia extra-intestinale, sia senza sintomi ovvero in forma silente, in cui solo il test sierologico per la ricerca di anticorpi IgA anti-transglutaminasi tissutale + Ig A totali e, in caso di positività, la biopsia duodenale ne manifesta la diagnosi.
Ad oggi, l’unico trattamento valido ed efficace per le persone affette da celiachia è la stretta aderenza a una dieta priva di glutine, da seguire per tutta la vita. Per un paziente recentemente diagnosticato, il post-diagnosi è una fase molto delicata da seguire con attenzione per favorire un approccio il più possibile sereno al nuovo stile di vita, oltre che per evitare squilibri nutrizionali. Suggerire al paziente, con l’ausilio costante del ginecologo, la presa in carico da parte di un dietista ed eventualmente di uno psicologo, può essere molto utile in questa fase.
Formulazione dei prodotti gluten free: come si è evoluta nel tempo?
Considerando che i prodotti specificamente formulati per celiaci dovrebbero apportare circa il 35% dell’energia giornaliera totale, rappresentando la principale fonte di carboidrati nella dieta del soggetto celiaco, la loro qualità nutrizionale è un aspetto di assoluta importanza. Grazie ai progressi degli ultimi anni, la qualità nutrizionale degli alimenti per celiaci è oggi paragonabile a quella degli analoghi tradizionali, pur con alcuni punti di miglioramento.
Non solo riso e mais: verso una dieta sempre più ricca
Fino a poco tempo fa i prodotti gluten free venivano formulati utilizzando soprattutto cereali poveri di alcuni macronutrienti e/o micronutrienti, come il riso e il mais – che contengono una bassa quantità di proteine, fibra e folati e con amidi e additivi, necessari per la palatabilità del prodotto. Ma la dieta senza glutine è oggi molto di più: è sempre più evidente come l’inclusione di cereali minori e pseudo-cereali nella formulazione dei prodotti sia una strategia vincente per aumentarne la qualità nutrizionale. La scelta di questi ingredienti va promossa in generale nella dieta del soggetto celiaco come strategia per aumentarne qualità e varietà.