La curcumina rappresenta il polifenolo lipofilo prevalente nei curcuminoidi estratti dal rizoma di Curcuma longa: rimedio tradizionale tra i più utilizzati della medicina orientale a cominciare da Cina e India.
La polvere di curcuma è un rimedio millenario, tra i più utilizzati dalla medicina tradizionale di larga parte dell’Asia e dalla medicina ayurvedica ma anche in cucina rappresentando la base delle preparazioni con il ‘curry’ ottimo colorante e ingrediente cosmetico. Le proprietà antinfiammatorie della polvere di curcuma erano sfruttate per preparati a impiastro da applicare su ferite, ustioni e irritazioni di varia natura, anche allergica, così come per l’acne e per la psoriasi. L’assunzione orale, invece, era comunemente impiegata per contrastare i disturbi gastrointestinali (dispepsia, flatulenza, coliti, le alterazioni della funzionalità epatobiliare), ma anche la dismenorrea e, infine, come rimedio contro gli stati depressivi.
Nel 1937, Lancet pubblicò un trial clinico che ne mise in luce l’attività antibatterica, mentre su Nature, nel 1949, venne pubblicato il primo lavoro che caratterizza l’efficacia della curcumina contro una più ampia varietà di patogeni, tra cui Staphylococcus Aureus, Salmonella paratyphi, Mycobacterium tuberculosis e diversi tricofiti. Fino al 1990, però, la letteratura scientifica conta soltanto un centinaio di lavori scientifici su questo principio che, oggi, ha invece al suo attivo oltre 9.000 ricerche pubblicate, dirette ad approfondirne le potenziali attività antiinfiammatorie, antiossidanti, ipocolesterolemizzanti, antidiabetiche e anti-degenerative.
Tossicità epatica da curcuma
Nel 2019, in Italia, è stato identificato e studiato un piccolo numero di casi (circa una trentina) di tossicità epatica attribuibile ad integratori a base di curcuma. Il meccanismo del danno non è stato chiaramente definito, ma sembra avere a che fare con una specifica sensibilità di alcuni individui. Modesti aumenti delle transaminasi sono stati tuttavia osservati circa nel 5% delle persone che hanno assunto integratori a base di curcuma per periodi prolungati (oltre un mese), specie se la curcuma era combinata con principi che ne aumentassero la biodisponibilità o se assunta assieme ad altri farmaci. L’osservazione ha indotto il Ministero della Salute a prescrivere che gli integratori a base di curcuma debbano riportare in etichetta l’indicazione: “In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato”.
Curcumina e depressione
Da una metanalisi di dieci studi in cui la curcumina (in formulazioni combinate con olii volatili o piperina) è stata somministrata a pazienti affetti da depressione maggiore e a soggetti che presentavano soltanto blandi sintomi depressivi è emerso che i risultati erano più significativi, in termini di miglioramento del tono dell’umore, nei pazienti con depressione maggiore che in genere necessitano di specifici trattamenti farmacologici.
Conclusioni
- Dalla polvere del rizoma di Curcuma longa si estraggono i curcuminoidi, miscela di polifenoli in cui prevale (77%) la curcumina.
- Tutti i curcuminoidi sono dotati di attività biologica; il più noto è la curcumina, utilizzata da millenni nelle medicine tradizionali dell’Asia e del Subcontinente indiano per trattare una varietà di disturbi e patologie.
- Per la sua struttura polifenolica la curcumina ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, che spiegano la versatilità d’azione attribuita alla sostanza nel corso dei secoli.
- Il maggiore ostacolo all’efficacia della curcumina in vivo è la sua scarsa biodisponibilità, dovuta all’insufficiente assorbimento intestinale ed alla significativa eliminazione con la bile e con le feci.
- Finora, le dimostrazioni più solide dell’efficacia della curcumina sono associate al controllo delle alterazioni a carico del metabolismo glucidico e di quello lipidico. Nella gonartrosi, il dolore e l’impotenza funzionale migliorano in modo significativo dopo l’assunzione di curcumina.
- Evidenze promettenti si sono messe in luce anche nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, in patologie dermatologiche e allergiche, asma compresa; mentre sono preliminari i risultati degli studi focalizzati sull’azione antitumorale.
- In pazienti con pregressi problemi epatici, gli integratori a base di curcumina vanno utilizzati con cautela e sotto controllo medico.