Nelle donne in post menopausa la terapia ormonale sostitutiva conferisce una protezione dalle infezioni del tratto urinario (UTI), in quanto la terapia è in grado di attivare batteri benefici, ad azione protettiva, del tipo Lactobacillus nell’apparato urogenitale.
A questa conclusione è giunto uno studio statunitense che ha usato il sequenziamento metagenomico dell’intero genoma per definire e comparare i microbiomi genito-urinari di tre gruppi di donne in post-menopausa. Le donne che assumono una terapia ormonale post-menopausa (MHT) presentano una maggior varietà di batteri benefici nelle urine che possono contribuire alla protezione dalle infezioni ricorrenti del tratto urinario (UTI).
A nostra conoscenza, si tratta della prima analisi mirata dei batteri nell’apparato urogenitale delle donne in post-menopausa ed i risultati indicano che l’uso di estrogeni si associa a elevati livelli di Lactobacilli nelle urine, il che potrebbe offrire una protezione contro l’infezione. Le infezioni ricorrenti del tratto urinario sono comuni nelle donne in post-menopausa e risultano avere un profondo impatto sulla qualità della vita della donna, con una azione terapeutica degli antibiotici di scarso successo, rendendo anche più complicato il follow-up delle stesse per le notevoli resistenze all’utilizzo dei più comuni antibiotici in uso.
Alcuni ricercatori hanno usato il sequenziamento dell’intero genoma per definire e comparare i microbiomi genitourinari di tre gruppi di donne in post-menopausa: 25 donne che non avevano mai contratto una infezione del tratto urinario, altre 25 con una infezione del tratto urinario ricorrente in passato, ma nessuna infezione attiva ed altre 25 con una infezione del tratto urinario ricorrente e con infezione attiva.
L’analisi del DNA ha mostrato due cose:
- le donne che hanno infezioni ricorrenti hanno meno tipi di batteri nelle urine rispetto a quelle che non hanno infezioni; le donne che non presentano una infezione del tratto urinario ricorrente hanno circa 10 volte più varietà di batteri;
- 34 delle donne che assumevano una terapia ormonale tendevano ad avere più batteri di tipo Lactobacillus nelle urine, ad azione protettiva verso l’infezione, cosa che potrebbe implicare che gli estrogeni utilizzati nella terapia ormonale sostitutiva supportano la crescita dei Lactobacilli nell’apparato urogenitale, oltre che determinare una migliore ossigenazione e trofismo delle mucose di tutto il tratto genito-urinario.
È del tutto noto che la riduzione della produzione degli estrogeni in menopausa determina, ulteriormente, una secchezza vaginale determinata dal ridotto trofismo della mucosa vaginale; essa, molto più assottigliata, va incontro ad una involuzione tale da essere più predisposta alle infezioni genito-urinarie insieme ai disturbi dolorosi durante l’attività sessuale che ne inficiano enormemente il benessere e la qualità di vita della donna e della stessa coppia.
È di tutta evidenza che la terapia ormonale sostitutiva, consigliata precipuamente da un endocrinologo-ginecologo, migliora in maniera esponenziale la qualità di vita del soggetto.