Uno studio recentemente pubblicato sul Journal of American Heart Association (JAHA 2023) ha rivelato che la durata del ciclo mestruale può influenzare il rischio di malattie cardiache e di fibrillazione atriale. Secondo la ricerca, un ciclo mestruale inferiore a 21 giorni o superiore a 35 giorni è associato a un aumentato rischio di queste patologie rispetto a un ciclo normale. Al contrario, cicli più brevi sono correlati a un maggior rischio di malattia coronarica e infarto del miocardio.
Gli autori dello studio hanno evidenziato che i cicli mestruali regolari riflettono un corretto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, mentre i cicli irregolari sono strettamente legati alla condizione di insulino-resistenza, disturbi metabolici, iperandrogenismo e infiammazione cronica. Tali condizioni, a loro volta, sono associate a un aumento del rischio cardiovascolare. Tuttavia, è importante notare che i dati correlativi tra le caratteristiche del ciclo mestruale e la morbilità o mortalità cardiovascolare sono limitati.
L’obiettivo dello studio era di esaminare se i cicli mestruali brevi, lunghi o irregolari fossero correlati non solo al rischio cardiovascolare generale, ma anche a specifici eventi cardiovascolari, e di identificare i fattori modificanti che potrebbero influenzare tali patologie. La ricerca ha coinvolto circa sessantamila donne senza precedenti malattie cardiovascolari, per le quali sono state registrate la frequenza e la durata del ciclo mestruale. Durante un periodo di follow-up medio di circa 12 anni, sono stati documentati oltre 1800 casi di incidenti cardiovascolari, tra cui 827 casi di malattia coronarica, 199 infarti del miocardio, 271 ictus, 174 casi di insufficienza cardiaca e 393 casi di fibrillazione atriale.
Rispetto alle donne con cicli mestruali regolari, le partecipanti con mestruazioni irregolari hanno mostrato un aumento del rischio del 19% per gli incidenti cardiovascolari e del 40% per la fibrillazione atriale. Inoltre, è stato riscontrato un eccesso di rischio cardiovascolare del 29% per i cicli mestruali inferiori a 21 giorni e dell’11% per quelli superiori a 35 giorni. Allo stesso modo, cicli eccessivamente lunghi o brevi sono risultati correlati a un aumento del rischio di fibrillazione atriale, mentre cicli più brevi sono stati associati a un aumento del rischio di malattia coronarica e infarto del miocardio.
Ancora una volta si deve registrare che la scarsa attenzione alla regolare funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio rende le donne più vulnerabili verso la comparsa di patologie correlate e concomitanti. Una particolare attenzione si deve, quindi, necessariamente adottare con controlli periodici presso un endocrinologo-ginecologo, al fine di verificare eventuali alterazioni sia metaboliche, sia ormonali associate a quelle ginecologiche nel caso di modificazioni del ciclo mestruale. Una siffatta valutazione multi-specialistica completa un circuito virtuoso di tutela del benessere femminile a tutto tondo.