Medicina di Genere
Negli ultimi 20 anni la medicina di genere ha suscitato un interesse crescente anche se non è sempre ben compresa nel suo reale significato e dimensione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che entro il 2030 il numero delle donne over 50 nel mondo saranno oltre un miliardo circa.
In Italia, su una popolazione di 60 milioni di persone, circa 31 milioni sono donne e, di queste, circa 12 milioni hanno più di 50 anni di età; le stesse donne, secondo dati Istat, si ammalano di più.
Le malattie per le quali le donne presentano una maggiore prevalenza rispetto agli uomini sono: alcune malattie cardiache (+5%), allergie (+8%), diabete (+9%), ipertensione arteriosa (+30%), calcolosi (+31%), artrosi e artrite (+48%), cataratta (+80%), malattia di Alzheimer (+100%), cefalea ed emicrania (+123%), depressione ed ansietà (+138%), malattie della tiroide (+500%), osteoporosi (+736%). Le donne, inoltre, consumano più farmaci degli uomini e presentano, altresì, più reazioni avverse degli uomini.
Medicina di genere significa comprendere in che modo le malattie si manifestino nei due generi e valutarne le differenze di genere rispetto ai sintomi delle malattie, la necessità di differenti percorsi diagnostici ed interpretazioni dei risultati, le differenze nella risposta ai farmaci o la necessità di utilizzare farmaci diversi ed ancora le differenze rispetto alla prevenzione delle malattie.
La medicina di genere non è, quindi, una nuova specialità ma una necessaria dimensione interdisciplinare della medicina, che vuole studiare l’influenza del sesso e del genere sulla fisiopatologia umana. All’inizio del terzo millennio sembra impossibile che sia ancora necessario colmare una lacuna così grande, eppure tutta la prassi medica ormai codificata da importanti linee guida è fondata su prove ottenute da sperimentazioni condotte quasi esclusivamente sul sesso maschile.
Le donne, infatti, possono avere sintomi molto diversi quando sono colpite da un infarto del miocardio, tanto che si parla di sintomatologia atipica: spesso non hanno il dolore precordiale, ma al collo, al dorso oppure non hanno alcun dolore ma solo irrequietezza, ansia, lieve dispnea. Anche i fattori di rischio per l’aterosclerosi nelle donne sembrano avere un impatto diverso.
Da ciò è comprensibile definire che esiste una Medicina Genere-Specifica, poiché nel momento in cui si pratica una medicina a misura di uomo e di donna non vi può essere una via separata dal resto della medicina; non si può praticare la Medicina di Genere come medicina alternativa o parallela, ma espletata quale medicina genere-specifico in tutte le specialità. I più importanti studi internazionali ci indirizzano in tal senso e, pertanto, dobbiamo orientarci nella pratica clinica verso una Medicina Genere-Specifica.