L’età in cui una donna smette di essere fertile è legata alla durata complessiva della sua vita. Conoscere il perché potrebbe aiutarci a capire meglio il nostro organismo. Mentre il sistema riproduttivo maschile invecchia alla stessa velocità del resto del corpo, quello femminile funziona diversamente, con le ovaie che invecchiano in media circa due volte e mezzo più velocemente.
Ciò significa che: quando una donna ha trent’anni e la maggior parte del suo corpo è al massimo delle prestazioni, le sue ovaie mostrano già segni evidenti di invecchiamento; la comunità medica le considera addirittura attempate, che è un termine di tendenza diversa per una persona che ha appena trent’anni. Naturalmente, il sistema riproduttivo maschile e quello femminile sono molto diversi: mentre gli uomini iniziano a produrre i propri gameti solo all’inizio della pubertà, al ritmo di un milione di spermatozoi al giorno, un feto femmina nasce già provvisto di circa sei o sette milioni di ovuli nelle ovaie, ovvero l’intero ammontare di cui disporrà per tutta la vita. Tuttavia, la menopausa non ha un effetto profondo solo sulla fertilità, ma incide anche pesantemente sulla salute generale delle donne; con il suo avvento, il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari per la donna quadruplica, così come aumentano le sue possibilità di contrarre altre patologie come l’osteoporosi, il declino cognitivo, l’artrite e le malattie autoimmuni.
L’accelerazione dell’invecchiamento riproduttivo fa sì che, sebbene le donne vivano in media cinque anni in più rispetto agli uomini, tendano anche a passare una parte maggiore della vita con una salute peggiore. Purtroppo, la mancanza di fondi per la ricerca sull’invecchiamento riproduttivo è aggravata dai pregiudizi sistematici che ancora influenzano la ricerca biologica e medica. Il corpo maschile è sempre stato il punto di riferimento della biologia; questo significa che abbiamo praticamente un secolo di dati preclinici che sono stati condotti e raccolti solo nei maschi. Infatti, è questa distorsione ad aver avuto gravi conseguenze, con il risultato di farmaci ritirati dal mercato per problemi di sicurezza a seguito di eventi avversi nelle donne. Per rimediare a questa situazione bisogna preoccuparsi di investire maggiormente sulla medicina di genere e sulla formazione degli specialisti nella medicina genere-specifica per migliorare la ricerca sull’invecchiamento riproduttivo e le cure più adeguate al benessere femminile.
Le migliori indicazioni per preservare lo stato di benessere psico-fisico nella donna è affidarsi ad un multi-specialista dedicato alla medicina genere-specifica come l’endocrinologo-oncologo-ginecologo per la peculiare cura della salute femminile e la maggiore attenzione al benessere della donna, dalle alterazioni funzionali ormonali e metaboliche alla prevenzione oncologica ginecologica.