I modelli di consumo energetico sono un potente regolatore della longevità. Oltre alla restrizione calorica, che ha ampiamente dimostrato di prolungare la durata della vita massima tra le specie, l’alimentazione a tempo limitato – indicata anche come digiuno intermittente – può migliorare i tassi di morbilità e mortalità. I periodi intermittenti di alimentazione portano inevitabilmente a episodi di chetogenesi, in cui il grasso viene ossidato nei corpi chetonici, riducendo la necessità di glicolisi. Senza il digiuno, la chetosi può essere raggiunta anche con diete chetogeniche ad alto contenuto di grassi e di carboidrati (KD). È importante sottolineare che la chetosi a lungo termine ha dimostrato di prevenire il declino cognitivo e fisico associato all’invecchiamento.
Il processo di passaggio dalla glicolisi alla dipendenza dai corpi chetonici derivati dal grasso, come fonte di energia primaria, è chiamato ‘adattamento cheto’. La chetosi nutrizionale è stata proposta come intervento per un certo numero di malattie metaboliche e neurologiche legate all’età, evidenziando come gli anziani impiegano più tempo dei giovani a produrre alti livelli di corpi chetonici circolanti. Al fine di progettare una dieta chetogenica di precisione in grado di migliorare il funzionamento cognitivo e la salute fisica negli anziani, è necessario comprendere la chetogenesi per tutta la durata della vita e le variabili metaboliche che possono modulare il passaggio metabolico.
Un gruppo di ricerca statunitense ha misurato il passaggio metabolico tra glicolisi e chetosi, nonché le dinamiche del glicogeno, in ratti giovani e anziani sottoposti a alimentazione a tempo limitato (TRF) con una dieta standard o dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati. La disfunzione metabolica correlata all’età viene mitigata cambiando un modello di consumo di energia ad libitum in alimentazione a tempo limitato. Il declino correlato all’età sembra piuttosto dipendere dalla disfunzione metabolica associata all’iperinsulinemia. I ratti anziani presentavano elevati livelli di insulina a digiuno e post-prandiale durante l’alimentazione ad libitum con cibo standard, oltre a livelli significativamente elevati di leptina e c-peptide. Il miglioramento del passaggio metabolico, quindi, può essere particolarmente importante nelle popolazioni anziane.
Sebbene la sola alimentazione a tempo limitato possa migliorare la commutazione metabolica e migliorare la salute cognitiva per tutta la durata della vita, i dati attuali suggeriscono che ulteriori benefici possono essere ottenuti attraverso la chetosi nutrizionale. La combinazione del digiuno intermittente con una dieta chetogenica fornisce un ripristino più robusto della salute metabolica rispetto al solo digiuno intermittente; inoltre, poiché il numero di individui con malattie metaboliche (come diabete, sindrome metabolica, insulinoresistenza, ecc.) continua ad aumentare, questi dati dimostrano un buon potenziale terapeutico per alleviare i problemi sanitari che affliggono questi pazienti. Questo modello alimentare può migliorare la funzione cognitiva, ridurre i comportamenti simili all’ansia e diminuire il dolore e l’infiammazione.