Sostituire le proteine animali con quelle vegetali si associa a una minore mortalità per tutte le cause e per le malattie cardiovascolari. L’evidenza emerge da uno studio statunitense pubblicato da JAMA. Alcuni ricercatori del National Cancer Institute hanno analizzato i dati relativi a oltre 237.000 uomini e 179.000 donne che hanno partecipato allo studio. L’età media generale (SD) era di 62,2 anni per gli uomini e 62,0 per le donne.
Tra gli uomini, l’assunzione di 10 grammi in più di proteine vegetali per 1.000 calorie di cibo si è associata ad un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause e di mortalità per malattie cardiovascolari, ictus e lesioni e accidenti, durante un follow-up di circa 15 anni.
Tra le donne, l’assunzione dello stesso quantitativo di proteine vegetali per 1.000 calorie si è associata ad una mortalità inferiore per tutte le cause, nonché a una minore mortalità per cancro, malattie cardiovascolari, ictus e infezioni nello stesso periodo di follow-up. Inoltre, la sostituzione del 3% delle calorie derivanti da proteine animali con proteine vegetali ha riscontrato una mortalità per tutte le cause del 10% inferiore sia negli uomini che nelle donne, nonché a una ridotta mortalità per malattie cardiovascolari (11% inferiore negli uomini e 12% inferiore nelle donne). Queste piccole riduzioni nel rischio di mortalità generale e per malattie cardiovascolari risultanti da un maggior consumo di proteine vegetali forniscono evidenze per le raccomandazioni di salute pubblica su come le modifiche alla dieta, tra cui la scelta delle fonti proteiche, possano influenzare la longevità.
Nel complesso, l’assunzione media di proteine alimentari da tutte le fonti ha rappresentato il 15,3% delle calorie giornaliere, con il 40% delle proteine derivanti da fonti animali e il 60% da fonti vegetali. Durante il follow-up, sono deceduti 49.297 uomini e 28.317 donne. L’analisi multivariata ha eseguito aggiustamenti per età all’inizio dello studio, con indice di massa corporea, consumo di alcool, status di fumatore, attività fisica, etnia, istruzione, stato civile, diabete, stato di salute ed alcune caratteristiche dell’alimentazione come l’uso di integratori vitaminici, l’assunzione giornaliera di calorie in totale e il consumo di grassi, frutta e verdura.
La più grande riduzione nella mortalità per tutte le cause è stata osservata sostituendo la proteina dell’uovo con una proteina vegetale, seguita da carne rossa e latticini. Un limite dello studio è rappresentato dal fatto che l’analisi si è basata su una singola valutazione della dieta all’inizio della stessa ed è possibile che i partecipanti abbiano apportato modifiche all’alimentazione nel corso del tempo. Il dato, comunque, che le proteine vegetali migliorano lo stato di benessere degli individui viene confermato anche da altri studi osservazionali. Rimane, quindi, necessario per influenzare positivamente la propria longevità affidarsi ai consigli di un endocrinologo, l’unico specialista adeguato per prevenire le modificazioni ormonali legate all’invecchiamento e rimodulare le modificazioni metaboliche correlate.