Dagli anni Novanta la medicina tradizionale ha subito un’evoluzione per cui in pochi anni è cambiato lo studio sulla salute della donna: finalmente i soggetti femminili hanno iniziato a non essere più considerati una copia dell’uomo. Il Dott. Francesco Vitale, specialista in Endocrinologia, Oncologia e Ginecologia, descrive i cambiamenti che la medicina tradizionale ha subito con la nascita della Medicina di Genere.
Ricerca e medicina di genere
Fin dalle sue origini la Medicina ha avuto un’impostazione androcentrica, circoscrivendo l’interesse per la salute femminile ai meri aspetti correlati specificatamente alla riproduzione. Dagli anni Novanta in poi, invece, un cambio radicale ha coinvolto l’approccio della medicina tradizionale, che ha subito una profonda evoluzione nel campo dello studio dell’impatto di genere e di tutte le caratteristiche (biologiche, ambientali, culturali e socio-economiche) ad esso legate. Si può quindi affermare che la sperimentazione farmacologica, la ricerca scientifica e il tema delle “differenze” di genere in ambito medico, facciano parte della storia recente.
Le differenze di genere influiscono su prevenzione, diagnosi e cura delle malattie?
Nonostante siano soggetti alle medesime patologie, uomini e donne presentano sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro e per questo motivo è sorta la necessità di porre particolare attenzione sulla Medicina di Genere, inserendo lo studio di questa “nuova” dimensione in tutte le aree mediche. Gli obiettivi della medicina di genere sono quindi legati alla comprensione dei differenti meccanismi che agiscono sulla manifestazione e sull’evoluzione di molte patologie, sullo stato di salute del paziente e sul risultato delle terapie a cui viene sottoposto.
La medicina di genere è solo medicina delle donne?
In quest’ottica, lo studio sulla salute della donna non è più circoscritto alle patologie ginecologiche in senso stretto, ma a quelle esclusivamente femminili che colpiscono mammella, utero e ovaie. Come succede per il fattore età, che tiene conto del fatto che un bambino non è un piccolo adulto e che l’anziano ha caratteristiche mediche peculiari, si può dire che oggi nell’ambito della medicina di genere anche la donna non è più considerata la copia dell’uomo. Solo con questa consapevolezza sarà possibile continuare in futuro a garantire al paziente, maschio o femmina che sia, le terapie più adatte al proprio caso, rafforzando così l’importanza della centralità del paziente e delle terapie personalizzate. Data l’innovazione, relativamente recente per l’Italia, di questo ambito della ricerca biomedica, la medicina di genere simboleggia il futuro della cura della salute: per questo motivo deve essere considerata come parametro fondamentale ed essenziale su cui si basa l’attività clinica, la programmazione e l’organizzazione della Sanità in Italia.
La medicina di genere: un argomento di confronto
Seguendo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ad oggi la Medicina di Genere è un argomento molto “caldo” su cui si confrontano non solo le Società scientifiche, ma più in generale tutte le Istituzioni che hanno come obiettivo la promozione della salute in tutti i suoi vari aspetti. Proprio l’OMS ha rimarcato l’importanza che bisogna porre sulle differenze di genere nei ruoli, nelle responsabilità, nell’accesso alle risorse, nella posizione e nelle regole sociali: tra le sue politiche più recenti vi è, infatti, il monitoraggio delle disuguaglianze e la revisione delle politiche sanitarie, dei programmi e dei piani delle singole Nazioni, finalizzato ad assicurare gli outcomes di salute nel mondo.