Quando la tiroide non funziona correttamente a risentirne è tutto l’organismo. Come affrontare, quindi, i problemi del suo malfunzionamento?
Che cos’è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla, dal peso di circa venti grammi, situata alla base del collo nella regione anteriore. Questa ghiandola svolge un ruolo fondamentale nel controllo delle cellule e dei vari tessuti dell’organismo con una forte influenza su molteplici funzioni corporee (peso corporeo, colesterolo, battito cardiaco, vista, massa muscolare, ciclo mestruale, stato mentale, cute e capelli) e ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale oltre a partecipare alla regolazione del metabolismo corporeo. La tiroide, infatti, regola una serie di funzioni vitali per l’intero organismo, essendo di fatto una sorta di “centrale” che regola la distribuzione dell’energia all’intero corpo.
Attualmente, risultano essere oltre sei milioni gli italiani con un problema alla tiroide. Questa ghiandola produce un ormone, la tiroxina, importante regolatore di processi vitali, costituito essenzialmente da iodio (tetra-iodio-tironina o tiroxina). In caso di carenza di questo microelemento, si rischia di incorrere in importanti problematiche organiche, quali la riduzione del quoziente intellettivo, deficit neurologici, gozzo, formazione di nodularità che potrebbero evolvere in neoformazioni di carattere non univoco.
Qual è il ruolo della tiroide?
In fase di crescita l’ormone tiroideo influenza lo sviluppo neuro-psichico e l’accrescimento, mentre negli adulti è cruciale per il corretto funzionamento del cuore, dell’apparato scheletrico e del metabolismo dei grassi e degli zuccheri, oltre che per il mantenimento dell’equilibrio energetico. La ghiandola regola, altresì, la produzione di calore.
Quali sono le malattie più frequenti legate all’alterazione funzionale della tiroide?
La Tiroidite di Hashimoto è un’infiammazione cronica autoimmune attualmente molto frequente, che può presentarsi a tutte le età, e che spesso evolve in una riduzione della funzionalità della ghiandola (ipotiroidismo). La forma più difficile da riconoscere è quella che si presenta dopo il parto, poiché viene spesso confusa per depressione post-partum e non trattata adeguatamente. I principali sintomi a cui far attenzione sono anemia, perdita di capelli, frequente spossatezza ed umore depresso, difficoltà di concentrazione, incremento del peso corporeo. In caso, invece, di iperfunzione tiroidea (ipertiroidismo) il nostro organismo viaggia ad un ritmo accelerato con marcata ipereccitabilità e notevole riduzione della forza fisica rischiando di avere un bilancio energetico negativo a detrimento della massa muscolare con conseguente calo ponderale. Ulteriore problema è rappresentato dall’aumento di volume della tiroide con o senza nodularità (gozzo semplice o nodulare). Si parla di “gozzo semplice” quando la tiroide è uniformemente aumentata di volume, senza alterazioni nodulari; frequentemente, però, in un gozzo si sviluppano dei noduli e quindi diventa un gozzo nodulare, che può essere “uni-nodulare” se è presente un solo nodulo o “multi-nodulare” se sono presenti più noduli.
La funzionalità tiroidea, in caso di gozzo, può risultare normale, aumentata o ridotta e spesso vi si associano, oltre ai sintomi legati alla alterata produzione ormonale, anche disturbi della respirazione e/o deglutizione per effetto di una dislocazione compressiva della trachea e dell’esofago da parte della stessa tiroide aumentata considerevolmente di volume. Il gozzo, altresì, può essere “endemico” quando ricorrono molti casi nella stessa area geografica, in tal senso può essere legato a fattori ambientali, specie dovuti alla carenza di iodio. Altri casi possono associarsi a patologie tiroidee autoimmuni (tiroiditi) e vi può essere una frequente familiarità.
Chi si occupa delle malattie tiroidee?
Le malattie tiroidee sono studiate e diagnosticate dallo specialista Endocrinologo attraverso specifiche valutazioni cliniche necessarie per l’identificazione del problema responsabile della sintomatologia manifestata e, spesso, alquanto evidente anche attraverso la tangibilità di una mimica facciale molto espressiva della condizione patogena occorsa. Una volta diagnosticato il problema e le sue cause è possibile attuare una terapia mirata utile a correggere e modificare la comparsa dei sintomi evidenziati. L’ideale, come sempre, risulta essere una accurata prevenzione con valutazione della funzione e della struttura tiroidea anche in corso di indagini routinarie ed in assenza di sintomatologia manifesta, considerata la frequente evidenza di patologia tiroidea a manifestazione subdola e/o silente, nella cosiddetta espressività “sub-clinica” o non clinicamente manifesta.
Uno dei sintomi più frequenti della patologia tiroidea è la stanchezza cronica, spesso associata ad una modesta riduzione del tono dell’umore, ed un incremento ponderale con evidente difficoltà a perdere peso. Con la comparsa di tali sintomi è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico endocrinologo per la conseguente ed appropriata valutazione.