Uno studio della University of California Cancer Center ha mostrato che un numero crescente di donne, dai 65 anni in su, va incontro a diagnosi di tumore della cervice uterina in fase avanzata. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention (2023). Negli ultimi tre lustri quasi una donna su cinque, over 65 anni, ha avuto una nuova diagnosi di tumore della cervice uterina. La maggior parte di queste donne (71%) ha presentato una malattia in fase avanzata rispetto alle donne più giovani; mentre nel 48%, delle donne con il numero di diagnosi in fase avanzata, la percentuale è risultata ulteriormente in aumento fino all’età di 79 anni. Altresì, la sopravvivenza a cinque anni risultava più bassa per le donne over 65 rispetto alle donne under 65. La valutazione delle donne dagli 80 anni in su, infine, mostrava una sopravvivenza più bassa di tutti i gruppi di età.
Lo studio ha usato un ampio campione di dati dal California Cancer Registry per identificare tutte le donne dai 21 anni in su con una diagnosi di tumore della cervice uterina primario e tra le donne over 65, quelle che avevano anche delle comorbidità o erano più anziane con una maggiore probabilità di andare incontro a diagnosi in fase avanzata.
Questo studio evidenzia quanto sia necessaria una incisiva ed appropriata campagna di sensibilizzazione alla prevenzione oncologica. Risulta evidente che, soprattutto durante il periodo pandemico, l’attività di prevenzione in ambito oncologico-ginecologico ha subito una brusca battuta di arresto, per cui attualmente bisogna ripristinare tutte le buone pratiche in tal senso, invitando tutte le donne in età riproduttiva, a rivolgersi opportunamente dal ginecologo, meglio se un oncologo-ginecologo, in quanto l’approccio clinico multidisciplinare e pluri-specialistico completa un circolo virtuoso di tutela della salute femminile per la più specifica prevenzione dei tumori del collo dell’utero.