Il tumore della mammella è il cancro femminile più diffuso nel nostro Paese, ma solo la metà delle donne italiane esegue regolarmente la valutazione senologica. La sopravvivenza a 5 anni del cancro della mammella supera l’80%, ma la patologia non va sottovalutata, e grazie alle nuove cure, come le nanotecnologie, si possono affrontare con successo anche i casi più gravi. Sono ancora troppo poche le donne che aderiscono ai programmi di prevenzione e screening per il tumore del seno e, infatti, solo il 56% delle donne esegue una valutazione senologica e nelle regioni più virtuose, pur con il 67% di aderenza, permane l’assenza di adesione al programma di un terzo delle donne; quindi, almeno una donna su tre non si sottopone agli screening. Questo è un fenomeno preoccupante dal momento che la neoplasia ogni anno provoca ancora in tutta la penisola oltre dodicimila decessi, registrandosi ancora forti differenze territoriali, con gravi carenze nel Sud dove ad un’adesione inferiore rispetto al Nord corrisponde una sopravvivenza più bassa. Da qui nasce l’appello degli oncologi affinché tutte le donne italiane, d’età compresa tra i 50 e 69 anni, si sottopongano almeno una volta ogni due anni ad una valutazione senologica.
Il cancro della mammella è una malattia che si sconfigge nell’80% dei casi ma essendo una neoplasia così diffusa vanno maggiormente incentivati in tutta la popolazione i test per la prevenzione secondaria. La diagnosi precoce è l’arma fondamentale nella lotta contro il tumore al seno in quanto permette di aumentare notevolmente le probabilità di guarigione delle pazienti, oltre a consentire interventi più conservativi ed estetici. Proprio per sensibilizzare la popolazione alla prevenzione bisogna promuovere e supportare modelli di assistenza specializzati nella prevenzione, diagnosi e cura del carcinoma mammario, caratterizzati dalla presenza di un team multidisciplinare in grado di garantire quel livello di specializzazione delle cure, dalle fasi di screening sino alla gestione della riabilitazione psico-funzionale, in grado di ottimizzare la qualità delle prestazioni e della vita delle pazienti e, contemporaneamente, garantire l’applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali coerenti con le linee guida internazionali.
Le nuove terapie hanno migliorato la sopravvivenza e presentano tossicità più contenute rispetto al passato. Gli specialisti ed i pazienti avevano a disposizione, fino a qualche anno fa, solo poche alternative alla chemioterapia tradizionale. Attualmente, farmaci che sfruttano le nanotecnologie, hanno dimostrato di essere efficaci aumentando la sopravvivenza globale. Nuove evidenze cliniche stanno emergendo anche sull’associazione tra questi e gli immunoterapici sempre per il trattamento dei casi più gravi della patologia.
Quella della mammella è la neoplasia più frequente registrata tra le donne del nostro Paese e rappresenta un ottimo esempio dei grandi risultati che possiamo ottenere grazie alla ricerca medica e l’innovazione in oncologia. Oltre alle nuove cure e alle diagnosi precoci la patologia può essere sconfitta intervenendo sugli stili di vita con l‘abolizione del fumo, una dieta sana ed equilibrata e un limitato consumo di alcool; tali comportamenti, se messi in atto, possono prevenire il tumore. È, altresì, molto importante praticare regolarmente una moderata attività fisica; la sedentarietà rappresenta, infatti, un fattore di rischio oncologico molto sottovalutato, nonché una cattiva abitudine per oltre il 40% delle italiane over 45. Le donne che fanno regolarmente attività fisica presentano una riduzione del rischio d’insorgenza del carcinoma mammario del 20%. Quindi, mai come in questo caso, il binomio sport e salute va promosso ed incentivato nell’intera popolazione femminile.
Le più utili e corrette indicazioni sullo stile di vita e le informazioni dietetiche, insieme ai suggerimenti più appropriati sul proprio metabolismo, potranno essere indicate dallo specialista endocrinologo-oncologo-ginecologo.